La via di fuga da Modena: Leslie Nathanson

Nel giorno dell’Armistizio Italiano, 8 Settembre 1945, i cancelli del campo di prigionia a Bologna furono aperti e alcuni dei detenuti vennero sollecitati dalle sentinelle a fuggire . Tuttavia dal Quartier Generale Inglese fu immediatamente ricevuto l’ordine di non lasciare il campo – in caso contrario sarebbe stato considerato atto di diserzione – ma di aspettare la “liberazione” degli Alleati una volta giunti a Bologna.

Alcune ore più tardi l’esercito tedesco giunse al campo e i prigionieri furono condotti ai treni diretti in Germania. Il giorno seguente, uno dei treni si fermò fuori la stazione di Modena e parecchi di loro – in diversi modi- lasciarono il treno e scapparono nei boschi circostanti. In quel giorno nacque “la via di fuga da Modena” che dal 1945 aiutò a fuggire 250 prigionieri.

Leslie Nathanson, un Capitano di Artiglieria catturato in Nord Africa due anni prima fu uno fra i primi prigionieri a rischiare la vita quella mattina di Settembre. Egli venne rifugiato a Modena per sette settimane e poi il primo di Novembre, durante la Festa dei Morti,quando le famiglie visitano le tombe dei cari defunti, fu portato vestito da lutto al treno diretto a Milano.

Da li venne condotto a Domodossola, confinante con le Alpi Svizzere e li fino a un piccolo villaggio collinare, Varzo. Successivamente dal paesino medievale partì, scortato da guide italiane verso la lunga camminata all’Alpe Veglia fino alle montagne svizzere per raggiungere la salvezza.

Leslie scrisse un resoconto della traversata dell’Alpe Veglia. Temendo sempre di essere tradito e sfinito dall’arrampicata dopo settimane di inattività , lui e il suo compagno Ufficiale, Terry, trascorso la notte in un fienile di una fattoria , dopo un pasto di castagne arrosto.

Alle prime luci del 3 Novembre i due fuggitivi lasciarono il fienile. Avevano delle guide: un uomo conosciuto come George che li accompagnò da Varzo , il giovane figlio del contadino e suo nipote, un Alpino che camminò per un sentiero dal confine Italo-Francese dopo l’Armistizio fino a casa. Alla fine della giornata dopo aver attraversato il passo del Monte Leone raggiunsero un rifugio delle guardie in Svizzera e la libertà.

Le guide li lasciarono per tornare a casa e Leslie e Terry quasi addormentati furono svegliati dal suono delle voci del dialetto Svizzero-tedesco. I quattro visitatori erano venuti li per prendersi cura di loro. Avevano uniformi simili a quelle dell’esercito Tedesco, ma erano amichevoli e presto venne preparata una teiera di te.

I due Ufficiali Inglesi furono bombardati da domande. “Dove e quando siete stati catturati? Come siamo stati trattati? Come siamo fuggiti?” “Avrei potuto sentire la mia testa iniziare ad annuire e divenne sempre più difficile tenere i miei occhi aperti” scrive Leslie. “Subito dopo ci addormentammo ancora, ma abbastanza curiosamente fu solo un sonno irregolare e durante l’intera notte la mia mente era piena di cose successe nelle ultime sette settimane che non mi sarei mai aspettato di ricordare.”

Tradotto da Beatrice Capancioni